martedì 02/07/2024 • 06:00
L’esportazione è uno dei canali che possono sostenere l’attività economica nazionale, ma esportare significa anche confrontarsi con nuove regole estranee al mercato nazionale: nuovi adempimenti e particolari opportunità emergono e l’azienda è chiamata a uno sforzo di consapevolezza e gestione più oneroso.
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Il “Made in Italy” rappresenta un appeal commerciale per il prodotto che varca i confini nazionali.
Molti settori merceologici possono vantare una rinomanza collegata all'origine italiana dei beni; una rinomanza che occorre preservare anche con il rispetto delle regole.
Garantire ai consumatori esteri che un bene che si fregi del “Made in Italy” sia effettivamente prodotto nel territorio italiano nel rispetto delle regole di origine doganale che lo disciplinano è nostro onere a garanzia di quella rinomanza che spesso sostiene la produzione italiana nella concorrenza nei mercati esteri oltre che un obbligo normativo.
La normativa nazionale della legge 350/2003 impone, infatti, un rispetto delle norme europee doganali anche espressamente nella fase di esportazione di un bene e dunque qualora il prodotto sia rivolto a un mercato al di fuori dell'Unione europea. La norma determina l'integrazione di reato ai sensi dell'art. 517 cp se esportiamo prodotti con false indicazioni del “Made in Italy” ovvero con fallaci indicazioni apposte in maniera ingannevole.
Il Certificato di Origine
Nella fase di esportazione, l'azienda può essere tenuta a richiedere l'emissione di un Certificato di Ori...
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