giovedì 09/11/2023 • 06:00
L'atteso concordato preventivo biennale trova spazio nella bozza del decreto accertamento. L'articolarsi dell'istituto, che permetterà al contribuente di bloccare i propri redditi per due anni, richiede un'attenta valutazione: le sembianze sono di una premialità ma le variabili in gioco sono molteplici.
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La disciplina del concordato preventivo biennale (CPB) è svelata nella bozza del decreto attuativo della L. 111/2023, esaminata dal CdM del 3 novembre 2023.
In linea con quanto indicato nella Relazione Illustrativa alla Delega Fiscale, l'istituto si pone l'obiettivo di favorire l'adempimento spontaneo, incoraggiando l'emersione di materia imponibile, oltre che di razionalizzare gli obblighi dichiarativi dei contribuenti di minori dimensioni, offrendo l'opportunità di rendere certa la propria posizione tributaria.
Attraverso l'adesione al concordato preventivo è definito per due anni il reddito derivante dall'esercizio d'impresa o di arti e professioni ai fini delle imposte sui redditi e dell'IRAP.
L'istituto, sebbene esteso ai soggetti in regime forfettario, si declina in maniera specifica per i soggetti ISA. Le informazioni dagli stessi fornite mirano a creare un CPB su misura per ciascun contribuente.
Si rileva che lo sviluppo della metodologia per la personalizzazione della proposta (art. 9) richiama le procedure, inserite all'art. 2 della bozza di DL, per la razionalizzazione delle attività di analisi del rischio fiscale del contribuente ai fini dei controlli, anche preventivi...
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