28/01/2025
L’utilizzo di dispositivi tecnologici nei rapporti di lavoro tende a intensificare eccessivamente il ritmo produttivo, con rischio di burnout. Un DDL attualmente in Senato disciplina le modalità di esercizio del diritto del lavoratore alla disconnessione in smart working e a non ricevere comunicazioni al di fuori degli orari di lavoro.
Nell'ambito di attuazione della Riforma fiscale, con Circ. 4 novembre 2024 n. 20/E, l'Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sulle novità introdotte dal Decreto sulla fiscalità internazionale (D.Lgs. 209/2023), in tema di residenza fiscale di persone fisiche, società ed Enti.
La libertà aziendale nell’utilizzo dello smart working è attenuata dal riconoscimento del diritto alla priorità per le richieste di lavoro in modalità agile presentate da alcune categorie di soggetti più bisognosi di tutela. Nessun limite invece per i lavoratori over 65. Come e quando il datore di lavoro è tenuto ad applicare i criteri di priorità?
La nozione di retribuzione nel periodo feriale sta creando scompiglio nel mondo della contrattazione collettiva. Anche i buoni pasto, secondo recenti orientamenti, potrebbero dover essere considerati da pagare durante le ferie, anche sulla base del principio di non omnicomprensività della retribuzione.
Il diritto alla disconnessione rappresenta uno dei temi focali della disciplina sullo smart working. Ma quali sono le misure concrete che devono essere attuate dal datore di lavoro per assicurare la compliance alle previsioni di legge? E quali sono i profili di responsabilità a cui va incontro il datore di lavoro inadempiente?
Raggiunto l’accordo per il rinnovo del CCNL Calzature Industria. In data 17 luglio le parti concordano un’intesa che sviluppa il sistema del welfare contrattuale nazionale e prevede incrementi a regime di 191 euro sui minimi contrattuali, oltre che alcuni interventi di miglioramento delle coperture sanitarie.
La tendenza verso la riduzione dell’orario di lavoro sembra irreversibile, anche tenendo conto del nuovo mondo digitale, degli impatti ormai imminenti dell’intelligenza artificiale, dei principi ESG e di conciliazione vita/lavoro. Il punto attuale su come sono state realizzate le prime sperimentazioni in materia può aiutare nelle scelte future delle aziende.
Con la fine della pandemia, le aziende possono chiedersi se lo smart working sia effettivamente utile. Diventa necessario l’accordo individuale, con tutti i requisiti previsti dalla legge, ma altrettanto importante è il cambio di paradigma verso un lavoro per obiettivi. Il workshop organizzato da Giuffrè Francis Lefebvre “Smart working: dal contenuto dell’accordo alla sicurezza sul lavoro” in occasione del Festival del Lavoro 2024 tratterà questo e altri temi.
Dal 1° aprile 2024 lo smart working ritorna alla disciplina ordinaria e alla sua vera natura, con il primato della volontà delle parti per regolare il rapporto. Infatti, cessa la considerazione dello smart working come pretesa da parte di particolari categorie di lavoratori, così che ogni aspetto, dallo svolgimento all’organizzazione, sarà espressione dell’accordo tra datore e lavoratore.
La contrattazione collettiva sta sempre più virando verso forme di riduzione dell’orario di lavoro e scambio tempo/denaro. Al momento questi approcci sono tipici delle aziende grandi e con bilanci positivi. Quanto questi modelli siano esportabili anche in aziende meno strutturate e ricche sarà la sfida dei prossimi anni.
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