sabato 12/04/2025 • 06:00
Slittano di 90 giorni i dazi addizionali ritorsivi dell'Unione europea che avrebbero dovuto colpire una serie di prodotti statunitensi già da metà aprile, per un valore di 21 miliardi di euro. La decisione dei vertici UE è arrivata subito dopo l'annuncio del Presidente Trump sulla pausa di 90 giorni per i dazi reciproci del 20%.
Tariffe reciproche sospese ma ancora prodotti colpiti
L'Unione europea ha messo un freno alle misure ritorsive, originariamente programmate per il 15 aprile 2025, sospendendo di 90 giorni l'entrata in vigore del regolamento approvato dai 27 Stati membri, esclusa l'Ungheria. Sul versante statunitense, il Presidente Trump ha annunciato la sospensione di 90 giorni delle sole tariffe reciproche maggiorate, previste nella misura addizionale del 20% per l'Unione europea.
La Commissione UE è pronta a negoziare: l'obiettivo è quello di arrivare a un accordo tariffario “zero a zero”, limitando il più possibile l'impatto e le conseguenze dei rincari nell'interscambio.
Operatori e imprese restano comunque soggetti ai dazi reciproci aggiuntivi del 10% su tutte le importazioni di prodotti negli USA. Queste tariffe, infatti, non si sostituiscono, ma si sommano a quelle normalmente previste nell'interscambio.
Restano confermate, inoltre, le aliquote tariffarie del 25% sulle importazioni europee di automobili e componenti, acciaio, alluminio e derivati, che, al contrario dei dazi reciproci del 10%, si sostituiscono integralmente alle normali aliquote già in vigore.
Rimane esclusa dalla sospensione delle barriere tariffarie maggiorate soltanto la Cina, che resta la nazione attualmente più colpita dalle tariffe statunitensi: se fino al 9 aprile subiva dazi fino al 103%, dopo la decisione di mercoledì scorso deve fare i conti con tariffe aggiuntive ancora più alte, pari al 145%.
Sospesi anche i dazi dell'Unione europea
La decisione della Commissione europea è arrivata poche ore dopo l'approvazione di un regolamento che avrebbe reintrodotto, già da metà aprile, le misure ritorsive europee in risposta ai dazi su acciaio e alluminio di febbraio 2025.
I 27 Stati membri si sono riuniti il 10 aprile 2025, per valutare il possibile stop reciproco o una riduzione delle tariffe. La scelta è stata quella di sospendere per 90 giorni il pacchetto di misure ritorsive che avrebbe dovuto colpire numerosi prodotti originari degli Stati Uniti. Il regolamento si compone di quattro macrocategorie merceologiche, tutte soggette ad aliquote daziarie che variano dal 10 al 25%.
Una prima tranche di contromisure sarebbe dovuta entrare in vigore il 15 aprile, reintroducendo i dazi addizionali che l'Unione europea aveva già preso in considerazione nel 2018, nel corso della prima Amministrazione Trump. I corn flakes, le motociclette, i jeans, le t-shirt, i prodotti di bellezza e quelli per la cura del corpo, sono tra le merci che la Commissione ha deciso di colpire in via prioritaria. Bruxelles ha però dovuto fare i conti con la sospensione delle tariffe reciproche annunciata mercoledì scorso dal Presidente Trump. La decisione della Casa Bianca lascia ampio spazio ai negoziati, che potrebbero portare all'abbassamento o all'annullamento delle tariffe imposte dagli Stati Uniti.
L'impatto che dazi UE potrebbero avere sul mercato americano
Se le contromisure UE dovessero entrare in vigore, il mercato americano risentirebbe un forte innalzamento dei prezzi su molti dei suoi prodotti. Una motocicletta Harley Davidson, che generalmente è venduta in Europa a poco meno di 16 mila euro, arriverebbe a costare fino a 50 mila euro. Un paio di jeans, invece, subirebbe un rincaro di almeno 30 euro in più rispetto ai prezzi previsti in normali condizioni di mercato. Tutti questi prodotti sono, infatti, colpiti con tariffe del 25% da parte dell'UE. Eccezione fatta per gli autoveicoli: brand famosi di utilitarie e automobili statunitensi subirebbero un dazio pari al 10%, nonostante le tariffe USA del 25% sul settore automotive europeo.
La seconda fase di contro misure UE
Una seconda tornata di dazi UE sarebbe dovuta entrare in vigore il 16 maggio 2025: con ben due allegati al regolamento approvato la settimana scorsa, la Commissione europea aveva deciso di colpire moltissimi prodotti originari degli Stati Uniti. Si tratta di due lunghi elenchi, che contengono la quasi totalità di prodotti statunitensi e che comprendono categorie merceologiche come rame, tubi e aste di perforazione, flange, porte, finestre, accessori da saldatura, parti ed elementi di tubi, piloni, serbatoi, cisterne e vasche, ma anche chiodi, rampini, viti, bulloni e coltelli. Ma nel mirino dell'Unione europea sono presenti anche prodotti e materiali in plastica, come silicone, pvc, prodotti per la pulizia, saponi, vasche da bagno, docce e lavandini.
Colpito anche il settore dell'agrifood statunitense, con una serie di dazi, tutti nella misura del 25%, su carni, pollame, pomodori, agrumi, frutta, caffè, thè, cereali, salsicce, salami, ortaggi e legumi. Whiskey bourbon e latticini rimangono, invece, esclusi dalle liste ritorsive europee. Diversi Stati membri, tra cui Italia e Francia, avevamo mostrato la propria preoccupazione alla reintroduzione di dazi su queste tipologie di prodotti. In un primo momento, infatti, il Presidente Trump aveva minacciato l'introduzione di tariffe del 200% sugli alcolici e i vini europei, nel caso in cui la Commissione avesse deciso di attaccare nuovamente il settore degli alcolici statunitensi.
L'ultimo gruppo di prodotti riguarda soltanto due categorie merceologiche: i semi di soia e le mandorle. Peculiare era l'entrata in vigore di tali ultime misure, che avrebbero dovuto applicarsi a partire dal 1° dicembre 2025. La scelta di differire e scandire la portata di queste tariffe ritorsive lascia aperte le porte anche a futuri negoziati e trattative con l'Amministrazione americana.
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Piero Bellante
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