martedì 11/03/2025 • 06:00
Pubblicato sulla GU dell’UE il parere del Parlamento UE in merito al progetto di riforma del Codice doganale dell’Unione. Il nuovo codice introdurrà l’Autorità doganale europea, con funzioni operative centrali nei principali settori del mercato unico. Per la prima volta introdotto l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale per i controlli doganali.
Un'unica Autorità doganale europea
Il Parlamento europeo ha fornito il proprio parere (pubblicato in GUUE del 27 febbraio 2025) in merito alla proposta di riforma del Codice doganale dell'Unione (Reg. UE 2013/952, Cdu) presentata dalla Commissione europea a maggio del 2023. La relazione del Parlamento UE si compone di 292 emendamenti, con l'obiettivo di un significativo cambiamento della disciplina di settore e delle procedure in materia doganale. È attesa ora l'approvazione o le eventuali modifiche al testo legislativo da parte del Consiglio.
Nel quadro di tale progetto, si inserisce l'istituzione di un'unica Autorità doganale europea, con l'obiettivo di creare una vera unione doganale e di superare l'attuale frammentazione, che assegna a 27 differenti Autorità doganali l'applicazione delle regole comuni. Nello specifico, è previsto l'affidamento a un'Autorità comune la guida delle amministrazioni doganali nei vari Paesi membri, al fine di garantire un efficace coordinamento nell'applicazione della normativa unionale.
Il progetto di riforma, inoltre, introduce un centro doganale digitale europeo, lo ”EU Customs Data Hub”, per mezzo del quale gli operatori UE potranno registrare tutte le informazioni relative ai loro prodotti una sola volta attraverso un unico centro doganale, senza interagire, per ciascuna spedizione, con uno dei 111 sistemi informatici nazionali attualmente in funzione.
Attraverso l'EU Customs Data Hub, le Autorità doganali avranno a disposizione, in un'unica piattaforma, tutti i dati relativi alla circolazione delle merci nel territorio doganale.
Il nuovo strumento consentirà, pertanto, di ridurre il c.d. fenomeno di un'Europa a due velocità, con Paesi più attenti e altri meno coinvolti nella prevenzione dei rischi di violazione degli interessi collettivi. Anche per quanto concerne la materia dei controlli doganali, il loro svolgimento verrà coadiuvato dall'utilizzo dell'intelligenza artificiale, così da renderli più efficaci e poter gestire preventivamente eventuali problemi.
Rispetto alla proposta della Commissione europea, il Parlamento UE intende accelerare il processo di istituzione e attuazione delle nuove semplificazioni. In particolare, il Parlamento propone di ridurre i tempi di entrata in vigore del centro doganale unico, inizialmente prevista per marzo del 2032, anticipandone l'attuazione a partire da gennaio 2029 e la definitiva obbligatorietà a partire dal 31 dicembre 2032.
Tale decisione è coerente con la volontà della Commissione europea che, il 5 febbraio scorso, ha comunicato l'intenzione di voler anticipare i tempi di riforma del Cdu al 2026, quanto meno per le nuove regole sul commercio elettronico.
Misure in materia di e-commerce
Un'ulteriore novità che sarà introdotta dal nuovo Cdu sono le misure in materia di vendita a distanza tramite e-commerce. La Commissione europea, nella proposta di nuovo codice, aveva già espresso le criticità causate dall'aumento degli acquisti digitali, proponendo un pacchetto di riforme e iniziative per rendere più sicuro e sostenibile il commercio elettronico.
Nel 2024, sono stati importati nell'Unione europea 4,6 miliardi di articoli di basso valore, quasi il doppio rispetto al 2023 e più del triplo rispetto al 2022. Il 91% di tali importazioni, ossia circa 12 milioni di prodotti al giorno, sono originari della Cina. Le importazioni di beni con origine “Cina” sono raddoppiate tra il 2023 e il 2024, passando da 1,9 miliardi a 4,7 miliardi di articoli. Tale incremento coincide con la crescita di alcuni mercati online, che attualmente coinvolgono oltre 75 milioni di utenti stabiliti nell'Unione europea.
Per la Commissione UE sono sempre più evidenti le difficoltà che il sistema doganale si trova ad affrontare a causa dell'aumento dei volumi di importazioni a basso valore, derivanti dal commercio online. Risulta indispensabile, pertanto, un intervento su più livelli, volto ad accelerare l'iter di approvazione della riforma doganale europea.
Negli ultimi anni, il commercio elettronico ha registrato una crescita significativa. Secondo i dati della Commissione, il numero di prodotti importati dai consumatori dell'UE tramite e-commerce ha subito un incremento esponenziale, e si prevede che tale tendenza continuerà anche nel prossimo futuro. Si tratta delle cosiddette importazioni di “basso valore”, che attualmente beneficiano dell'esenzione dai dazi se il valore totale delle merci non supera i 150 euro.
Tra le novità più significative della riforma vi è l'abolizione della franchigia di 150 euro, anche al fine di assicurare parità di trattamento rispetto agli ordinari canali di vendita. Nel settore dell'abbigliamento, per esempio, l'aliquota daziaria media è del 12%, che viene del tutto aggirata attraverso le vendite online.
Riduzione dei termini di decisione
Significativi cambiamenti anche per i termini concessi all'Autorità doganale europea per adottare decisioni: il parere del Parlamento europeo propone di ridurre a 90 giorni il termine per rispondere alle domande e alle istanze presentate dagli operatori.
Attualmente, l'Autorità doganale ha a disposizione 120 giorni dalla presentazione della richiesta. Tale nuova procedura richiederà maggiore efficienza e gestione dei tempi da parte dell'Autorità europea, con notevoli vantaggi di tempo, invece, per imprese e operatori doganali, i quali si riceveranno più rapidamente riscontro alle richieste e alle domande di autorizzazione formulate.
La figura del Trust & Check Trader
Il progetto di riforma interviene anche sulla disciplina degli operatori economici autorizzati. È prevista, infatti, la creazione di una nuova categoria di AEO (Operatori economici autorizzati), ossia quella dei “Trust and check traders”, i quali potranno importare merci senza la necessità di un intervento doganale attivo e controllare autonomamente la conformità delle loro merci e pagare i dazi periodicamente, senza presentare dichiarazioni doganali per ogni spedizione. Secondo le stime della Commissione europea, i soggetti Trust and Check rappresenteranno l'80% dei traffici internazionali.
Il tema dell'operatore Trust and Check pone al centro la capacità delle imprese di operare in mercati internazionali, anche attraverso professionalità, all'interno dell'azienda, che conoscono gli elementi fondamentali del diritto doganale. In questo contesto, il ruolo del rappresentante doganale potrebbe subire drastici cambiamenti.
Il Parlamento europeo propone di semplificare la procedura di certificazione Trust and Check Trader, attribuendo all'Autorità doganale unica la competenza esclusiva per il rilascio di tale autorizzazione. In particolare, l'Autorità doganale dello Stato membro in cui è stabilito richiedente trasmetterà all'Autorità europea i risultati dell'audit preventivo. Quest'ultima sarà incaricata di valutare la conformità dell'operatore alle normative vigenti e il livello di professionalità con cui svolge la propria attività, al fine di concedere la certificazione.
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