mercoledì 19/02/2025 • 15:58
L'Agenzia delle Entrate, con Risp. 19 febbraio 2025 n. 39 , ha chiarito che quando è disposto, anche solo in via temporanea, l'affitto dei beni aziendali confiscati alla società stessa, questa deve versare la relativa IRES. Resta esente da IRES il canone che la società versa allo Stato.
redazione Memento
Con la risposta n. 39 del 19 febbraio 2025, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che se l'ANBSC dispone, seppur in via temporanea, l'affitto a titolo oneroso del complesso dei beni aziendali confiscati alla società stessa, quest'ultima dovrà versare la relativa IRES e adempiere ai relativi obblighi dichiarativi.
Si ricorda che l'art. 45 c. 1 D.Lgs. 159/2011 (Codice delle leggi antimafia) prevede che a seguito della confisca definitiva di prevenzione i beni sono acquisiti al patrimonio dello Stato liberi da oneri e pesi.
Il successivo art. 48 D.Lgs. 159/2011 disciplina la destinazione dei beni confiscati in via definitiva o delle somme ricavate dalla vendita dei medesimi, distinguendo a seconda che si tratti di denaro liquido, di beni immobili, di beni aziendali ovvero di beni mobili.
Con specifico riguardo alla confisca d'azienda, è stabilito che i beni aziendali sono mantenuti al patrimonio dello Stato e destinati, con provvedimento dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) che ne disciplina le modalità operative:
a) all'affitto, quando vi siano fondate prospettive di continuazione o di ripresa dell'attività produttiva, a titolo oneroso, a società e a imprese pubbliche o private, ovvero a titolo gratuito, senza oneri a carico dello Stato, a cooperative di lavoratori dipendenti dell'impresa confiscata;
b) alla vendita;
c) alla liquidazione.
I proventi derivanti dall'affitto, dalla vendita o dalla liquidazione dei beni affluiscono, al netto delle spese sostenute, al Fondo unico giustizia per essere versati all'apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato e riassegnati per le finalità previste dall'art. 2 c. 7 DL 143/2008.
Le aziende sono mantenute al patrimonio dello Stato e destinate, senza che ne derivino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con provvedimento dell'Agenzia che ne disciplina le modalità operative, al trasferimento per finalità istituzionali agli enti territoriali o alle associazioni senza scopo di lucro quali assegnatari in concessione, qualora si ravvisi un prevalente interesse pubblico, anche con riferimento all'opportunità della prosecuzione dell'attività da parte dei soggetti indicati.
Nel caso di specie, con decreto del 2008, il GIP ha disposto il sequestro del compendio aziendale e dell'intero capitale sociale della società ALFA. Successivamente, con sentenza del 2011, il Tribunale ha disposto la confisca dei suddetti beni, divenuta definitiva nel 2013.
Come chiarito dall'AE, spetta sempre all'ANBSC disporre l'affitto, la vendita o la liquidazione dei beni confiscati. In questo caso essa ha disposto, nelle more di ulteriori eventuali determinazioni, la destinazione del complesso dei beni aziendali confiscati all'affitto a titolo oneroso ad ALFA. Tale affitto rappresenta una delle forme di destinazione, seppur adottata in misura temporanea.
A fronte della specifica destinazione all'affitto d'azienda e alla conseguente produzione di reddito d'impresa imputabile alla società risorge l'obbligo di versare la relativa IRES secondo le regole ordinarie, come chiarito dalla Ris. 31 agosto 2017 n. 114/E. Pertanto, a far data da tale destinazione, la società interpellante deve, altresì, dichiarare il reddito derivante dalla gestione dei predetti beni.
Resta inteso che è esente da IRES il canone che l'impresa versa allo Stato, in ragione della destinazione all'affitto a titolo oneroso, trattandosi di provento destinato alle stesse casse erariali.
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