mercoledì 12/02/2025 • 06:00
L’UE si prepara a rivedere le regole sull’e-commerce. In un comunicato del 5 febbraio 2025, la Commissione UE ha dichiarato di voler anticipare al 2026 la riforma del Codice doganale dell’UE. Tra le principali misure vi sono l’abolizione dell’esenzione dai dazi per le importazioni di basso valore e l’estensione generalizzata dello sportello unico per le importazioni (IOSS).
Volumi dell’e-commerce nel mercato europeo
La Commissione europea ha dichiarato di voler anticipare la riforma del Codice doganale al 2026, in risposta alla rapida e costante crescita dei volumi delle importazioni di merci e-commerce. Nel comunicato del 5 febbraio 2025, la Commissione europea ha affrontato le criticità causate dall’aumento degli acquisti digitali, proponendo un pacchetto di riforme e iniziative per rendere più sicuro e sostenibile il commercio elettronico.
Per la Commissione UE sono sempre più evidenti le difficoltà che il sistema doganale deve affrontare in relazione ai crescenti volumi delle importazioni di basso valore, frutto degli scambi commerciali online. È necessario intervenire su più fronti, accelerando i tempi di approvazione della riforma doganale europea.
Negli ultimi anni, i mercati online hanno registrato una crescita significativa. Secondo i dati della Commissione, i numeri di prodotti importati dai consumatori UE tramite e-commerce hanno registrato un aumento vertiginoso e si stima che, in futuro, tale dato sia destinato a crescere ulteriormente. Si tratta delle cosiddette importazioni di “basso valore”, che beneficiano dell’esenzione dai dazi se il valore totale delle merci non supera i 150 euro.
Nel 2024, sono stati importati nell’Unione europea circa 4,6 miliardi di articoli a basso valore, quasi il doppio rispetto al 2023 e più del triplo rispetto al 2022. Il 91% di tali importazioni, ossia circa 12 milioni di prodotti al giorno, sono originari della Cina. Le importazioni di beni con origine “Cina” sono raddoppiate tra il 2023 e il 2024, passando da 1,9 miliardi a 4,7 miliardi di articoli. Tale incremento coincide con la crescita di alcuni mercati online, che attualmente coinvolgono oltre 75 milioni di utenti stabiliti nell’UE.
Criticità rilevate dalla Commissione
Secondo la Commissione europea occorre reagire rapidamente alla crescita dell’e-commerce, garantendo una corretta gestione dei flussi di merci e accelerando i lavori preparatori e di approvazione della riforma doganale europea.
La Commissione, pur riconoscendo che l’Unione è dotata di norme solide e ben strutturate, sottolinea l’importanza di rivedere gli attuali processi e strumenti doganali, i quali potrebbero non essere più adatti a gestire efficacemente l’enorme volume di importazioni e-commerce di basso valore. Solo nel 2024, sei Stati membri (Paesi Bassi, Belgio, Francia, Ungheria, Italia e Germania), hanno gestito l’89% delle merci importate direttamente dai consumatori e vendute online. Inoltre, il volume dei prodotti importati non conformi alla normativa europea, secondo i dati della Commissione, è in continua crescita. Oltre ai prodotti illeciti come quelli frutto di contraffazione, le sostanze stupefacenti o le armi, che vengono importati clandestinamente, vi sono i prodotti di bassa qualità, realizzati con materiali economici, spesso difficili da riparare o soggetti a guasti e malfunzionamenti.
Le ripercussioni colpiscono tanto i consumatori, esposti al pericolo di prodotti non sicuri, quanto le aziende europee, che rischiano di incorrere in pesanti sanzioni amministrative a causa della mancata conformità dei prodotti alla normativa unionale.
Da ultimo, la Commissione evidenzia anche gli effetti nocivi per l’ambiente: la bassa qualità dei prodotti fa sì che questi ultimi siano facilmente deperibili, con un conseguente aumento della produzione di rifiuti. I grandi volumi di merci importante, inoltre, determinano un incremento delle emissioni di gas a effetto serra causate dai trasporti. Si tratta, in sintesi, di prodotti con un alto impatto ambientale, lontano dagli obiettivi del Green deal europeo.
Tempi stretti per la riforma del Codice doganale dell’Unione
La Commissione europea ha sollecitato il Parlamento e il Consiglio, affinché accelerino la procedura di approvazione della proposta di riforma doganale formulata il 17 maggio 2023. Il nuovo Codice doganale dell’Unione dovrebbe prevedere l’eliminazione dell’esenzione dei dazi per le importazioni sotto i 150 euro, con l’introduzione di un trattamento tariffario semplificato per le spedizioni di basso valore e l’estensione generalizzata dello sportello unico per le importazioni (IOSS) a tutte le merci, indipendentemente dal loro valore.
Il progetto del nuovo Codice propone, inoltre, l’introduzione di una nuova imposta di movimentazione sugli articoli e-commerce. La misura interesserà soltanto i produttori di tali beni, garantendone sicurezza e conformità alle normative dell’Unione. Un’ulteriore importante novità è rappresentata dall’istituzione di un’Autorità doganale (EU Customs Authority, EUCA) che affiancherà le Autorità dei Paesi membri nella gestione di un hub doganale per la raccolta dei dati sulle importazioni. Tale sistema, consentirà il monitoraggio delle merci e l’identificazione in tempo reale di potenziali rischi connessi al trasporto e la circolazione dei beni e-commerce all’interno del territorio unionale. L’obiettivo della Commissione europea è anticipare l’entrata in vigore del nuovo Codice doganale dell’Unione al 2026 per rispondere al costante incremento delle importazioni e-commerce.
Gli interventi in materia di sostenibilità
Le nuove misure non riguarderanno soltanto aspetti operativi, ma includeranno anche il rispetto della sostenibilità. Tra le iniziative annunciate, la Commissione ha comunicato l’intenzione di proporre una legge sull’economia circolare e valutare possibili sviluppi del sistema della Responsabilità estesa del produttore (EPR, Extended Producer Responsibility), ossia il meccanismo di gestione dei rifiuti di beni immessi sul mercato dell’Unione, introducendo uno sportello unico per la registrazione dei produttori e promuovendo una maggiore armonizzazione delle normative unionali.
La Commissione UE, inoltre, sperimenterà un sistema di coordinamento dei controlli doganali all’interno di un’area di controllo prioritario (c.d. APC), dove le Autorità doganali intensificheranno le verifiche sui prodotti e-commerce provenienti da Paesi terzi e considerati a rischio per sicurezza e conformità. Sulla base di quanto rilevato in sede di sperimentazione dell’APC, la Commissione promuoverà un’iniziativa per la sicurezza dei prodotti e la sorveglianza del mercato, coinvolgendo tutti gli Stati membri per rafforzare la cooperazione tra le Autorità doganali europee.
La Commissione europea, infine, ha ricordato che entro il 17 febbraio 2025 i negozi online, che esportano verso l’UE prodotti e-commerce, dovranno adottare tutte le misure necessarie per raccogliere e verificare le informazioni sugli operatori che vendono attraverso le loro piattaforme, in conformità con la legge sui servizi digitali (DSA), garantendo così una maggiore responsabilizzazione delle piattaforme e dei mercati online.
Il volume "Riforma della normativa doganale" di Sara Armella e Antonella Bianchi analizza gli impatti per le imprese che operano nel commercio internazionale e illustra le principali novità e criticità del nuovo Codice doganale dell’Unione. |
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Marco Peirolo
- Dottore commercialista e componente della Commissione IVA e altre imposte indirette CNDCECRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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