lunedì 28/10/2024 • 06:00
L’attuale Legge delega per la Riforma fiscale ha prodotto la pubblicazione di una dozzina di Decreti legislativi, ma dov’è finita la riforma dell’IVA che per effetto della migliore compliance conseguente alla fatturazione elettronica e all’inflazione si colloca ora come secondo tributo dopo l’IRPEF?
La legge delega per la riforma tributaria, legge 111/2023, si occupa dell'intero ordinamento giuridico in questo ambito, ripercorrendo le orme della storica legge 825 del 1971. Era stata definita come la grande riforma tributaria (così nel sito del Dipartimento Finanze del MEF), perché aveva modificato profondamente l'ordinamento fiscale italiano, introducendo nuove imposte, che avevano sostituito quelle precedenti. L'IRPEF aveva sostituito l'imposta di ricchezza mobile e l'imposta complementare sul reddito, così come l'IVA mandava in pensione l'IGE, imposta generale sull'entrata.
Non è per fare archeologia tributaria o rimpianti di nostalgia, ma un elemento che aveva qualificato i decreti delegati (allora decreti del Presidente della Repubblica, oggi, dopo la legge 400 del 1988, decreti legislativi) era stata la pubblicazione simultanea in due sole date: il 26 ottobre 1972 e il 29 settembre 1973. In quest'ultima occasione il Poligrafico dello Stato pubblicò i decreti anche in un volume rilegato, presentato dal ministro delle finanze dell'epoca, Emilio Colombo, come un punto di arrivo definitivo. La crisi petrolifera, con le relative conseguenze finanziarie, farà iniziare già alla fine del 1973 la stagione dei decreti-legge modificativi che, per altre ragioni, è tuttora in atto.
L'attuale legge delega ha prodotto la pubblicazione di una dozzina di decreti legislativi: il più rilevante deve ancora arrivare in Gazzetta Ufficiale, essendo ora al parere delle Commissioni Parlamentari: si occupa della riforma del testo unico delle imposte sui redditi. Dov'è finita la riforma dell'IVA che per effetto della migliore compliance conseguente alla fatturazione elettronica e all'inflazione si colloca ora come secondo tributo, con 113 miliardi di euro, contro i 157 dell'IRPEF (ultimi dati pubblicati dal MEF, gennaio-agosto 2024)?
L'iter della Riforma fiscale
Ripercorriamo alcune date:
4 agosto 2023 – il viceministro Leo nomina la Commissione di esperti, che sarà successivamente integrata. Per l'IVA la prima riunione è il 23 agosto;
Ad oggi non è più successo niente. Incombe la data del 1° gennaio 2025 (quindi almeno due mesi prima per i pareri) in cui dobbiamo dipanare la matassa di norme rinviate a tal data, per lo scambio tra non soggettività di alcune associazioni e mancate esenzioni, nonché per l'assurda disposizione che limita le esenzioni agli Enti del Terzo Settore di natura commerciale, concedendola alle imprese lucrative. Infine, dobbiamo recepire la direttiva UE 2022/542 sulle nuove aliquote: non è più un fatto interno, perché chi spedisce beni ai privati consumatori (cd. vendite a distanza) deve conoscere l'imposta da applicare, che è quella del Paese di destinazione.
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