La revisione dei Testi Unici
L'approvazione da parte del Governo dello schema di disegno di legge di “Proroga del termine per il riordino organico delle disposizioni che regolano il sistema tributario mediante adozione di Testi Unici” delinea un nuovo orizzonte temporale per la definizione della riforma fiscale italiana, avviata lo scorso anno con la pubblicazione della L. 111/2023 (Legge Delega).
Una delle misure chiave della riforma è rappresentata dall'adozione da parte del Governo di nove nuovi Testi Unici, volti a semplificare e razionalizzare il corpus legislativo in materia tributaria, la cui complessa articolazione si è spesso dimostrata frammentata e dispersiva, causando difficoltà interpretative e applicative.
È dunque in tale contesto che si inseriscono i nuovi Testi Unici elaborati dal MEF e dall'Agenzia delle Entrate: “un gruppo di lavoro multidisciplinare”, così come definito dal vice ministro Maurizio Leo, istruito con l'obiettivo di analizzare il complesso quadro normativo tributario e predisporre una proposta di revisione e sistematizzazione organica dello stesso.
L'attività di revisione ha comportato la ricognizione di oltre 3.000 disposizioni normative di fonte primaria e secondaria che attualmente disciplinano l'ordinamento tributario, ora confluite nelle nove proposte di Testi Unici volti a razionalizzare aree cruciali del sistema tributario: dalle imposte sui redditi, alle imposte indirette, quali IVA, imposta di registro e altri tributi indiretti, sino alla normativa in materia di accertamento.
Una prima – ed innovativa – tappa del percorso volto al riordino normativo del sistema fiscale italiano è stata rappresentata dalla procedura di consultazione pubblica. Difatti, le proposte di Testi Unici, elaborate dal MEF e dall'Agenzia delle Entrate, sono state rese disponibili per la pubblica consultazione dal 13 marzo 2024 al 13 maggio 2024, al fine di consentire ai cittadini e ai professionisti del settore di inviare i propri contributi e osservazioni da recepire nelle versioni finali delle raccolte normative. Tale fase di consultazione, ispirata a principi comunitari, ha permesso a tutti i portatori di interesse di partecipare attivamente al processo di riforma della disciplina fiscale.
Terminata la procedura di consultazione, l'iter legislativo di approvazione dei nuovi Testi Unici avrebbe dovuto concludersi entro agosto 2024. Come espressamente previsto dall'articolo 21, comma 1 della Legge Delega, Il Governo avrebbe dovuto adottare “entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore” della Legge di riforma fiscale, uno o più decreti legislativi, ciascuno contenente il relativo schema di testo unico da adottare.
Testi Unici: il punto della situazione
Allo stato attuale, le proposte di Testi Unici, unitamente ai contributi pervenuti all'Agenzia delle Entrate in fase di consultazione pubblica, non sono ancora approdati all'esame del Consiglio dei Ministri. Senza considerare che a tale fase dovrà necessariamente seguire un ulteriore iter parlamentare: ciascun decreto legislativo adottato dal Governo dovrà infatti essere trasmesso alle Camere al fine di ottenere un parere favorevole da parte delle Commissioni parlamentari competenti prima di poter essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
È in tale scenario che si colloca dunque il recente schema di disegno di legge approvato il 20 giugno 2024 dal Consiglio dei Ministri, unitamente ad ulteriori decreti legislativi correttivi e integrativi della riforma fiscale di non minore importanza in materia di regime di adempimento collaborativo, di adempimenti tributari e concordato preventivo biennale.
La proposta inclusa nello schema di disegno di legge approvato dal Governo prevede la proroga del termine di adozione dei Testi Unici al 31 dicembre 2025. Una scelta pressoché obbligata sotto un duplice profilo.
Per un verso, infatti, i nuovi Testi Unici, dovranno necessariamente coordinandosi con i decreti legislativi di riforma fiscale approvati medio tempore, da adottare complessivamente entro il più lungo termine di “ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge”. Aspetto questo evidenziato anche dal comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, secondo il quale il posticipo dell'entrata in vigore dei nuovi Testi Unici consentirà “di poter tenere conto anche delle nuove disposizioni attuative e di assicurare l'organicità e completezza nel quadro normativo dei diversi settori di intervento dei Testi Unici già in fase di elaborazione”.
Per altro verso, come sottolineato di recente dallo stesso vice ministro Maurizio Leo, tale proroga risponde alla necessità di assicurare un adeguato tempo di adattamento per tutti gli operatori e le istituzioni coinvolte, garantendo così certezza e stabilità normativa. Risulta infatti di fondamentale importanza prevedere un periodo di transizione per permettere agli operatori del settore di assimilare le modifiche legislative.
In conclusione, la proroga del termine per l'adozione dei Testi Unici tributari al 31 dicembre 2025 rappresenta un passo cruciale per assicurare una riforma fiscale completa e ben coordinata.
Tuttavia, sarà fondamentale che il processo continui a essere seguito con attenzione e partecipazione da parte di tutti gli attori coinvolti, per arrivare a una riforma condivisa (e tempestiva) che possa davvero semplificare e migliorare il panorama normativo fiscale del nostro paese.