martedì 01/04/2025 • 06:00
Rinnovato il CCNL Agidae relativo agli istituti sociosanitari, assistenziali ed educativi italiani. L’aumento salariale medio è pari a 175 euro, oltre il 10% della retribuzione mensile precedente. Tra le novità più significative, la partenza anche in questo settore della Previdenza Complementare.
In data 12 marzo 2025 viene rinnovato il contratto collettivo nazionale di lavoro per gli istituti sociosanitari, assistenziali educativi, sottoscritto tra AGIDAE e F.P. Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, disciplinante i trattamenti normativi ed economici per il triennio 2023 – 2025.
L’accordo di rinnovo si applica agli oltre 17 mila lavoratori dipendenti dall’autorità ecclesiastica che si occupano della cura di centinaia di migliaia di cittadini nei vari servizi offerti alla clientela. Le difficoltà del rinnovo, evidentemente, sono dimostrate dal fatto che, già a fine anno 2025, il contratto arriverà di nuovo a scadenza.
La parte normativa
Il contratto collettivo, seguendo lo schema di molti altri ccnl, disciplina le condizioni attraverso le quali sarà possibile ampliare fino a 24 mesi di durata il rapporto di lavoro a tempo determinato, nonché le causali che consentiranno tale possibilità. Rispetto alla materia, il nuovo articolato contrattuale prevede la possibilità di prorogare fino a 36 mesi la sua durata, soltanto a condizione che il datore di lavoro abbia trasformato a tempo indeterminato almeno il 25% dei contratti a termine.
Le parti sociali fissano il limite massimo del ricorso ai contratti a termine, determinandone il tetto al 30%, compresa la somministrazione lavoro.
Rispetto al tema part-time vengono introdotte due significative novità: i) la retribuzione del lavoro supplementare, attraverso una maggiorazione economica del 15%; ii) il consolidamento dell’orario di prestazione supplementare per almeno il 70% delle ore di lavoro prestate a tale titolo.
Per quanto concerne il tema relativo alla qualificazione, riqualificazione e aggiornamento professionale, i dipendenti potranno accedere ai corsi utili per acquisire competenze in materia di formazione ECM (educazione continua in medicina), spesati per il 50% delle ore necessarie al conseguimento dei crediti dai datori di lavoro.
Il rinnovo del contratto si occupa altresì di inquadramento professionale (introducendo una nuova posizione economica A1 per il personale senza titolo specifico impiegato nell’attesa notturna per minori e cambiando la categoria e la posizione economica per gli autisti), maternità (riconoscendo un’indennità pari al 100% della retribuzione durante il periodo di astensione obbligatoria), permessi sindacali.
Infine, le parti si impegnano a favorire la costituzione di un unico CCNL per tutto il settore, attraverso la definizione di una parte economica e normativa comune ed il mantenimento delle specificità evidenziate nei singoli contratti esistenti.
La parte economica
Il nuovo trattamento economico prevede l’erogazione di due tranches di aumento, riferite al livello medio C2:
L’arretrato relativo al mese di febbraio verrà saldato con la busta paga di marzo 2025; gli importi di cui sopra saranno riparametrati per tutti gli altri livelli.
L’incremento retributivo a regime è quindi di 175 euro, pari ad oltre il 10% di aumento medio rispetto ai valori tabellari.
I minimi contrattuali conglobati mensili, sempre per un livello medio, che al 31 dicembre 2022 erano pari a € 1.701, 69, dal 1° ottobre 2025 diventeranno € 1.876,89.
La previdenza complementare
L’elemento di maggiore novità è rappresentato dall’istituzione del fondo di previdenza complementare Previfonder, su forte spinta anche delle confederazioni sindacali.
Ciascun datore di lavoro, a partire dal 1° febbraio 2025, dovrà versare per ciascun dipendente una quota pari all’1,5% della retribuzione del dipendente, per 13 mensilità. Interessante il meccanismo costruito dalle parti sociali sul punto:
Finalmente, le parti acquisiscono consapevolezza rispetto all’importanza del secondo pilastro previdenziale, che rappresenta a tutti gli effetti una delle più importanti forme di welfare. In un settore come questo, peraltro, lo strumento, se adeguatamente capito e implementato, può sensibilmente aiutare ad integrare il trattamento pensionistico, una volta raggiunto il diritto alla quiescenza.
Sempre da un punto di vista economico, vengono riviste tutte le maggiorazioni relative al lavoro notturno. Per ogni ora di lavoro prestata dalle 22.00 alle 06.00, al dipendente verrà riconosciuta una maggiorazione pari al 20% della quota oraria lorda spettante, con un incremento del 5% rispetto al precedente trattamento. Quest’ultimo arriva al +10% in caso di notturno festivo, portando la maggiorazione al 40%.
Infine, viene incrementato il lavoro festivo ordinario per i lavoratori turnisti, che passa dal 15 al 20%; l’indennità per la presenza notturna, nelle strutture socioassistenziali educative per minori, passa da 35 a 45 euro.
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