lunedì 17/03/2025 • 11:57
Il report “Scacco matto alle rinnovabili 2025” di Legambiente offre un’analisi sulle energie rinnovabili e sugli obiettivi climatici da raggiungere entro il 2030, rispetto ai quali l’Italia si sta muovendo ma potrebbe essere in ritardo.
redazione Memento
Legambiente ha pubblicato il report “Scacco matto alle rinnovabili 2025” che offre un’analisi puntuale sui ritardi dell’Italia, sui blocchi alle rinnovabili al fine di seguire e sollecitare le Regioni verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili al 2030.
Nonostante le criticità che si registrano tra normative inadeguate, lentezze burocratiche e opposizioni dei territori, le fonti rinnovabili continuano a crescere, seppur, rispetto agli obiettivi 2030, non nei numeri sperati. E, viste le condizioni che si sono venute a creare nel nostro Paese, questo è un elemento certamente positivo.
A fine 2024 le tecnologie pulite hanno raggiunto una potenza complessiva di 74.303 MW, facendo registrare un aumento di 7.477,8 MW rispetto ai 66.824,9 MW registrati nel 2023. Parliamo di oltre 1,8 milioni di impianti a fonti rinnovabili, che nel 2024 hanno coperto il 41,1% del fabbisogno energetico del nostro Paese.
Una crescita importante che, stando all’obiettivo al 2030 di 80.001 MW stabilito dal Decreto Aree Idonee, mette in luce due aspetti importanti:
Entrando nel merito del lavoro ancora da fare e prendendo in considerazione solo i progetti in Valutazione Impatto Ambientale (VIA) dal portale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, su 1.729 progetti a fonti rinnovabili in valutazione sono 1.367, pari all’ 79% del totale, quelli che sono in fase di istruttoria tecnica da parte della Commissione PNRR-PNIEC. Tra questi troviamo progetti che risalgono a ben 5 anni fa.
Ma se la Commissione Tecnica sembra essere avviata sulla buona strada per risolvere anche le criticità ancora in essere, a preoccupare maggiormente sono soprattutto gli 85 progetti che hanno ricevuto il parere della Commissione tecnica VIA PNRR-PNIEC, ma che rimangono in attesa del parere del Ministero dei Beni Culturali (MIC) e i 115 progetti in attesa della determina da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ben 34 in più dello scorso anno.
A sbrogliare la situazione e i rallentamenti del Ministero della Cultura è il Consiglio di Stato con la sentenza n. 867/20251, che hanno confermato che in caso di decorso dei termini previsti dal Testo unico ambiente, o di tardività del parere, si considera acquisito l’assenso al progetto da parte dello stesso Mic. La scadenza è di 20 giorni da quando la Commissione tecnica Via fornisce parere positivo.
Il report contiene anche l’Osservatorio Aree Idonee e Regioni, un lavoro che mira non solo a raccontare l’andamento puntuale di quanto avviene nelle Regioni in merito al raggiungimento degli obiettivi al 2030, ma anche a stimolare le stesse istituzioni regionali ad avere maggiore coraggio nella definizione delle aree.
Ad oggi sono 9 le Regioni che hanno avviato pubblicamente o approvato l’iter per la definizione delle Aree Idonee. Di queste, sono 4 quelle le cui proposte sono risultate assolutamente insufficienti, e di conseguenza bocciate – Sardegna, Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo - 3 quelle non classificabili in quanto la proposta non è ancora finalizzata o incompleta – Piemonte, Sicilia e Calabria - una rimandata - Puglia - e una sola promossa, la Lombardia seppur il suo iter non si è ancora concluso.
Fonte: Report Legambiente 2025
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