giovedì 13/02/2025 • 13:39
L'Italia ha due mesi di tempo per recepire la direttiva sulle discariche di rifiuti, a seguito dell'invito da parte della Commissione Europea. Resta da recepire anche la c.d. direttiva RED III sull'accelerazione delle procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile.
redazione Memento
La Commissione Europea, nel nuovo pacchetto sui casi di infrazione adottato il 12 febbraio 2025, ha invitato l'Italia a recepire la direttiva relativa alle discariche di rifiuti (Dir. CE 1991/31 poi modificata dalla Dir. UE 2018/850).
L'Italia, in particolare, ha ricevuto una lettera di costituzione in mora per non aver definito correttamente:
L'infrazione italiana riguarda l'obiettivo di ridurre il collocamento in discarica dei rifiuti urbani al 10 % entro il 2035 e vieta, a partire dal 2030, il collocamento in discarica di rifiuti idonei al riciclaggio o al recupero.
Inoltre, non sono state recepite correttamente alcune delle prescrizioni relative al monitoraggio del gas e al campionamento delle acque sotterranee nelle discariche.
L'Italia ha ora 2 mesi di tempo per rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione UE. In assenza di una risposta soddisfacente, Bruxelles potrà emettere un parere motivato.
Sono stati, inoltre, inviati dei pareri motivati (dopo l'invio già 5 mesi fa delle lettere di costituzione in mora) per il mancato recepimento da parte dell'Italia (e di altri 7 Paesi) delle norme Ue sull'accelerazione delle procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile (c.d. direttiva RED III).
La Dir. UE 2023/2413 è intervenuta sulla la Dir. UE 2018/2001 relativa alle energie rinnovabili semplificando le procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile che per i progetti infrastrutturali necessari per integrare la capacità supplementare nel sistema elettrico.
La direttiva introduce anche la presunzione d'interesse pubblico prevalente dei progetti di energia rinnovabile, ivi compreso lo stoccaggio e la relativa infrastruttura di rete.
Vi è poi l'obbligo per gli stati di designare "zone d'accelerazione per le rinnovabili".
Il termine per recepire tali disposizioni era il 1° luglio 2024. L'Italia lo sta facendo ora, con la legge di delegazione all'esame del Parlamento. La direttiva impone obiettivi vincolanti, compreso quello di coprire con fonti rinnovabili entro il 2030 almeno il 42,5% del consumo energetico totale dell'Ue, ma l'Italia è molto lontana dal tracciato.
Belgio, Estonia, Lettonia e Romania sono state, invece, accusate del mancato recepimento completo della Direttiva UE 2018/2001 sulle energie rinnovabili.
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