lunedì 03/03/2025 • 14:35
Secondo l'OIC, in assenza di modifiche delle normative europee di vigilanza bancaria come, ad esempio, il Pillar 3, l'intervento normativo potrebbe non tramutarsi in un corrispondente risparmio di oneri amministrativi per le piccole e medie imprese.
redazione Memento
Il pacchetto Omnibus pubblicato dalla Commissione Europea (CE) rappresenta un primo passo importante verso la semplificazione delle norme europee di sostenibilità già auspicata dall'Organismo Italiano di Contabilità (OIC).
In attesa che si avvii l'iter di approvazione della direttiva, la proposta della CE è un primo segnale della volontà da parte della stessa di un drastico cambio di marcia in materia di sostenibilità. Sufficientemente allineate con quanto già delineato dall'OIC sembrano, infatti, le seguenti misure proposte dalla CE:
Restano, tuttavia, non affrontati alcuni aspetti che, a parere dell'OIC, appaiono ugualmente importanti. In particolare, nell'ambito del coordinamento delle diverse normative europee in materia di sostenibilità, non sono previste modifiche delle normative europee di vigilanza bancaria (ad esempio, Pillar 3), in assenza delle quali l'intervento normativo potrebbe non tramutarsi in un corrispondente risparmio di oneri amministrativi per le piccole e medie imprese, tenute comunque a fornire informazioni al sistema creditizio per soddisfare gli obblighi imposti al settore finanziario dalla disciplina sulla vigilanza.
Infatti, secondo OIC, nell'ottica della semplificazione, è necessario che il pacchetto Omnibus ricomprenda tutte le normative riguardanti la sostenibilità (anche quelle relative alla vigilanza, ad esempio, Pillar 3 e SFDR).
Se l'intervento normativo fosse limitato all'informativa di reporting e non comprendesse anche gli obblighi di compliance previsti per il settore finanziario, l'effetto sarebbe limitato. Infatti, per le piccole e medie imprese un intervento limitato alla CSRD non si tramuterebbe in un corrispondente risparmio degli oneri amministrativi in quanto sarebbero comunque tenute a fornire informazioni al sistema creditizio per soddisfare gli obblighi imposti al settore finanziario dalla disciplina sulla vigilanza.
Inoltre, a livello europeo, il quadro di attuazione della CSRD non è omogeneo. Ci sono ancora diversi importanti Paesi che non hanno recepito la direttiva, verso i quali la Commissione Europea ha avviato procedure di infrazione. Tutto questo avvalora la complessità dell'attuale disciplina, tale da giustificarne l'esigenza di semplificazione.
La scelta di alcuni Paesi europei di non recepire la CSRD genera, uno svantaggio competitivo per le imprese i cui Paesi hanno implementato la direttiva, dovuto al fatto che ci sono dei burden amministrativi che devono essere sostenuti e dei livelli di complessità elevati.
Sarebbero, pertanto, auspicabili degli interventi volti ad alleviare tale situazione di sbilanciamento della competitività delle imprese.
Infine, OIC osserva che sussistono problemi di coordinamento tra le diverse normative sulla sostenibilità. Si pensi, ad esempio, al caso del GAR che è richiesto sia nell'Art. 8 della Tassonomia sia dall'informativa Pillar 3 calcolato, però, secondo criteri diversi. La Regolamentazione Omnibus potrebbe essere l'occasione per semplificare la normativa e correggere questi problemi di coordinamento.
Fonte: CS OIC 28 febbraio 2025
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