martedì 21/01/2025 • 06:00
L'evoluzione del quadro normativo dei confidi è un capitolo importante per il rafforzamento del sistema di garanzie a favore delle PMI. Il Disegno di Legge recentemente approvato prevede un riordino della disciplina, così da adeguarla alle esigenze di mercato e rendere i confidi un efficiente strumento di supporto al credito.
L'art. 5 del DDL segna una svolta significativa, proponendo un nuovo assetto regolamentare che punta a risolvere le criticità del passato e a favorire una maggiore competitività delle imprese italiane. In questo articolo, analizziamo le principali novità della riforma, confrontandole con la disciplina precedente, per offrire una visione chiara e completa delle implicazioni del riordino.
I confidi, ossia consorzi di garanzia collettiva dei fidi, sono enti che agevolano l'accesso al credito per le PMI attraverso il rilascio di garanzie a favore delle banche. La storia dei confidi ha radici profonde in Italia: le prime associazioni di mutua assistenza sono dei primi anni '50, mentre l'ultima riforma che disciplina la garanzia dei fidi è del 2003 (Legge 326/2003). L'obiettivo dell'intervento è semplificare e riorganizzare le regole che disciplinano questo strumento, attraverso la revisione dei requisiti di iscrizione all'albo previsto dall'art. 106 del Testo Unico Bancario (TUB), l'ampliamento delle attività consentite, la promozione di processi di aggregazione tramite agevolazioni normative e l'estensione delle possibilità operative per i confidi iscritti. Sono, inoltre, previste misure per ridurre i costi di istruttoria nella valutazione del merito creditizio delle imprese e interventi volti a favorire l'integrazione tra consorzi, consentendo loro di partecipare ad altri enti senza modificare il proprio oggetto sociale.
La disciplina vigente, introdotta negli anni precedenti, presentava diversi limiti, tra cui una frammentazione normativa, requisiti di accesso complessi e una limitata capacità operativa dei Confidi stessi. La necessità di una riforma nasce dal bisogno di:
Le principali novità: cosa cambia con l'art. 5 del DDL
L'art. 5 introduce disposizioni innovative volte a rafforzare il ruolo dei confidi, garantendo al contempo maggiore trasparenza e rigore. Di seguito, i punti salienti della riforma:
1) Requisiti di accesso e operatività:
2) Miglioramento della governance:
3) Innovazioni nei rapporti con gli istituti bancari:
4) Sostegno alle PMI:
Il confronto con la disciplina precedente
Argomento | Disciplina precedente | Novità introdotte dal DDL |
---|---|---|
Iscrizione all'albo | Requisiti frammentati e non uniformi | Standard uniformi e più stringenti |
Capitale sociale minimo | Non richiesto | Soglia minima calcolata sulle garanzie erogate |
Governance | Modelli di gestione non sempre definiti | Obbligo di modelli avanzati di governance |
Rapporti con le banche | Interazioni non sempre strutturate | Protocolli operativi standardizzati |
Supporto alle PMI | Limitato a pochi settori | Maggiore accesso per settori vulnerabili |
La riforma della disciplina dei Confidi rappresenta un'importante occasione per rafforzare il sistema creditizio a supporto delle PMI, puntando su una maggiore solidità, efficienza e trasparenza. Con queste innovazioni, il legislatore mira a creare un sistema di garanzie più inclusivo e capace di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più complesso e competitivo. Le imprese italiane, vero motore dell'economia nazionale, potranno beneficiare di un accesso al credito più agevole e sicuro, favorendo crescita e innovazione in tutto il territorio.
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