mercoledì 18/12/2024 • 14:01
Il CNDCEC, assieme alla FNC, ha pubblicato un documento sulle linee guida in materia di tutela dei terzi nel Codice antimafia. Il documento si occupa di tutela dei terzi nell'ordinamento sovranazionale, nel Codice antimafia, nei procedimenti penali e in quelli ante D.Lgs. 159/2011.
redazione Memento
Il documento “Linee guida in materia di tutela dei terzi nel codice antimafia” si occupa di tutela dei terzi nell'ordinamento sovranazionale, nel codice antimafia, nei procedimenti penali e in quelli ante D.Lgs. 159/2011. Altri capitoli sono dedicati alle azioni esecutive sui beni sequestrati e alle azioni di accertamento, alla formazione dell'elenco dei crediti, all'avvio dei procedimenti, alle domande di ammissione tempestive e tardive. Ulteriori approfondimenti sono dedicati ai presupposti per l'ammissione, all'udienza di verifica dei crediti, alla liquidazione dei beni e a progetto e piano di pagamento dei crediti.
Secondo i commercialisti “la materia della tutela dei diritti dei terzi costituisce una tematica di grande attualità e rilevanza nel sistema del codice Antimafia. Un argomento delicatissimo che necessita di essere ulteriormente approfondito e adeguatamente normato attese le numerose criticità ancora esistenti e che afferiscono a molteplici tematiche”.
I professionisti lamentano l'esistenza di lacune normative e problemi interpretativi che incidono sull'effettiva tutela dei diritti dei terzi e precetti normativi decontestualizzati. Per i commercialisti la normativa antimafia ha importato istituti e moduli procedimentali dal settore delle procedure concorsuali che non sempre sono compatibili al sistema e alla ratio del Codice Antimafia. Relativamente agli amministratori giudiziari e ai giudici delegati, il cui ruolo ha acquisito maggiore responsabilità nei confronti dei terzi, servirebbero formazione e una sensibilità giuridica specifica.
La prova dei requisiti soggettivi e oggettivi per l'ammissione del terzo allo stato passivo, ancora oggi, sono oggetto di numerose e contrastanti interpretazioni che rischiano di appiattire la verifica dei crediti antimafia e di sovrapporla alla verifica espletata in sede concorsuale, mentre il procedimento di accertamento dei diritti dei terzi può essere lungo e complesso, rendendo difficile per i terzi ottenere una risoluzione rapida ed equa e quindi una effettiva tutela. Per la categoria, inoltre, il limite del 60% del valore dei beni sequestrati per la garanzia patrimoniale può essere considerato restrittivo e non sempre adeguato ad effettivamente tutelare i crediti dei terzi.
“In questo scenario – concludono - risulta inevitabile un ulteriore intervento legislativo che auspicabilmente vada a sanare le criticità e lacune riscontrate garantendo effettività di tutela al terzo e, allo stesso tempo, l'interesse erariale a definire con certezza e celermente una procedura (quella di verifica dei crediti e di pagamento dei creditori) estremamente complessa e che incide inevitabilmente sulle tempistiche di destinazione dei beni definitivamente confiscati”.
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