giovedì 01/08/2024 • 17:00
L'Agenzia delle Entrate, con Risp. 1° agosto 2024 n. 166, risponde a un quesito avente a oggetto i proventi derivanti dalle azioni con diritti patrimoniali rafforzati. Nel dettaglio, viene chiesto se tali proventi possano essere classificati come redditi di capitale.
redazione Memento
L'Agenzia delle Entrate risponde a un quesito presentato da un Chief Investment Officer di una società svizzera, Alfa, controllata da una holding inglese. L'Istante si trasferirà in Italia nel 2024 e sarà assunto da un'altra società del gruppo, Beta. Il gruppo si occupa di gestione di investimenti in private equity in Europa attraverso operazioni di leveraged buy-out e growth capital, e agisce come advisor per quattro trust indipendenti di una famiglia.
L'Istante ha investito in una società per azioni di Guernsey, Gamma, che a sua volta investe in un'altra società, Target. L'investimento è stato fatto attraverso un trust e comprende diverse tipologie di azioni: Preference Shares, Common Shares A, e Common Shares B, quest'ultime riservate ai dipendenti del Gruppo. L'Istante ha investito un totale di 14.109.654 SEK (circa 1.250.000 euro).
La distribuzione dei proventi segue una gerarchia specifica (waterfall): dopo il rimborso del capitale investito e il pagamento di dividendi prioritari, eventuali eccedenze vengono distribuite con una percentuale prefissata tra i detentori di Common Shares A e Common Shares B. L'Istante chiede se i proventi derivanti dalle azioni con diritti patrimoniali rafforzati possano essere classificati come redditi di capitale ai sensi dell'articolo 60 del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50.
L'Istante sostiene che le condizioni per la qualificazione come redditi di capitale sono soddisfatte, basandosi su una partecipazione di investimento pari al 6% del valore economico di Gamma e sul differimento nella distribuzione dei proventi. Tuttavia, l'Agenzia delle Entrate evidenzia che le Common Shares A e Preference Shares non possono essere considerate come un unico blocco per il calcolo del differimento, poiché hanno diritti patrimoniali diversi.
L'Agenzia delle Entrate, dopo aver considerato l'ammontare dell'investimento dell'Istante, la sua remunerazione, e il fatto che l'Istante può mantenere le azioni anche dopo aver cessato il rapporto di lavoro, conclude che i proventi derivanti dalle Common Shares B possono essere qualificati come redditi di natura finanziaria.
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Marco Nessi
- Dottore Commercialista e Revisore LegaleRimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
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