Premessa
Il 12 luglio 2024, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili (CNDCEC) ha pubblicato il documento «Modello 231 e fattori ESG: l'importanza di una virtuosa connessione». Il contributo, curato da un gruppo interdisciplinare interno agli ambiti di delega “Sviluppo sostenibile (reporting, consulenza, formazione)”, affidata al Consigliere Gianluca Galletti e “Compliance e modelli organizzativi delle imprese”, affidata ai Consiglieri Fabrizio Escheri ed Eliana Quintili, è stato circolarizzato in favore di tutti gli Ordini territoriali.
In conseguenza alle recenti riforme in materia di adeguati assetti organizzativi, all'introduzione del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza e dell'aumento dell'importanza delle strategie di sostenibilità, promosse anche dalle normative europee (come la Direttiva 2022/2464/UE – CSRD), la ratio che il documento si prefigge è mettere in luce la necessità per le aziende di dotarsi di strumenti di governance consapevole. Questi strumenti vengono difatti definiti cruciali per:
- prevenire le crisi aziendali;
- gestire i rischi intrinsechi rilevati durante l'attività operativa;
- orientare la gestione aziendale verso attività che generino valore non solo per gli azionisti, ma anche per gli stakeholder e per le società nel loro complesso.
ESG revolution
Nell'odierno contesto in rapida evoluzione, il concetto di valore - motore della cosiddetta ESG revolution - diviene centrale ai fini di una corretta lettura dei temi riguardanti la sostenibilità, la governance e la finanza d'impresa. Superando la nozione tradizionale, per la quale il valore atteneva alla massimizzazione del profitto, oggi il riferimento attiene ad una dimensione che ne estende il rapporto a tutti i fattori umani e produttivi con cui l'impresa interagisce e attraverso i quali persegue obiettivi comuni nel perimetro, più o meno ampio, della sua value chain. Partendo da questi concetti, il documento in commento definisce il tema della sostenibilità con una rilevanza crescente, in cui sono ormai codificati i cosiddetti fattori ESG (Enviromental, Social, Governance) nell'incessante evolversi dei fenomeni che determinano una svolta “culturale” complessa, che impatta inevitabilmente sui principi di corretta amministrazione e i relativi assetti organizzativi-amministrativi-contabili (OAC).
Nell'ambito delle imprese, i rischi ambientali connessi al c.d. climate change (ma in misura notevole anche quelli “social”) si manifestano prevalentemente attraverso eventualità collegate:
- al business dell'azienda;
- al prodotto e/o servizio fornito;
- ai relativi processi produttivi;
- ai siti in cui si svolge l'attività.
Interconnessioni ESG-231
In termini di compliance integrata, le relazioni intercorrenti tra la sostenibilità, i relativi fattori ESG e il D.Lgs. 231/2001 risultano essere molteplici:
- da un lato, si può parlare di rilevanza penale dell'ESG nella misura in cui determinati fattori legittimino l'impresa a godere di determinati benefici (ad esempio: fiscali, finanziari, ecc.);
- dall'altro lato, i temi ESG sono intimamente connessi con diverse tipologie di reato che possono essere commesse all'interno di un'impresa, comportando la responsabilità dell'Organo amministrativo e/o dell'Organo di controllo.
Tali connessioni si manifestano in primis nelle forti affinità tra gli ambiti di interesse del Decreto 231 e gli «Obiettivi» previsti nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Il perimetro applicativo della norma, infatti, è esteso praticamente a tutti i settori merceologici e a tutte le tipologie di enti: diviene quindi possibile individuare una convergenza tra i Sustainable Development Goals (SDGs) dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e gli interessi generali tutelati dal Decreto 231. Infatti, il sistema di controllo interno implementato con il Modello 231, impattando su attività sensibili anche sul fronte ESG, può contribuire al perseguimento generale di molti degli obiettivi di sostenibilità.
In tale ottica, il Modello 231 può rappresentare un punto di partenza significativo per una governance che voglia supportare l'azienda in termini di sostenibilità e, allo stesso tempo, uno strumento di compliance utile a rafforzare l'implementazione delle procedure aziendali in chiave ESG. Inoltre, è in tale prospettiva che l'Organismo di Vigilanza può divenire il baricentro dei sistemi di compliance integrata, un pilastro del successo sostenibile aziendale e del processo di creazione di valore allargato.
Il rispetto delle normative inerenti alla reportistica di sostenibilità e la disclosure relativa ai fattori ESG possono dare vita ad alcune fattispecie su cui porre l'attenzione anche in relazione alla commissione di reati, molti dei quali presenti all'interno del catalogo 231, tra cui:
- il rischio di false comunicazioni sociali con l'avvento della CSRD;
- il fenomeno del greenwashing , ovvero di quelle pratiche – fuorvianti per consumatori, investitori o altri player del mercato – in cui dichiarazioni, azioni o comunicazioni connesse alla sostenibilità non riflettono in maniera chiara e corretta il profilo di sostenibilità di un'organizzazione, un prodotto finanziario o servizi finanziari;
- il fenomeno del greenhushing (o eco-silence), ovvero il silenzio o la mancanza di divulgazione delle imprese riguardo agli impatti ambientali delle loro attività, anche in presenza di adeguate azioni verso la transizione ecologica.
Conclusioni
La crescente importanza della sostenibilità e della compliance in materia ESG per le imprese è testimoniata da più fonti, non da ultimo da quanto che sta accadendo sui mercati finanziari e in ambito creditizio. Non di meno, la Commissione Europea evidenzia la presenza di diversi tipi/categorie di rating, che possono essere distinti in base ai seguenti elementi:
- oggetto della valutazione (fattori ESG aggregati, elementi ambientali, sociali e di governance considerati in maniera individuale, o financo specifici sub-fattori);
- prospettiva di analisi (rischio per l'azienda, impatti sull'ambiente e la società in generale, rischi e influenza della compliance ESG rispetto ai principi internazionali);
- modalità di elaborazione della valutazione (valori assoluti, assessment qualitativo o quantitativo, ecc.).
Infine, in merito ai punti di contatto tra l'attribuzione dei rating ESG e l'impianto normativo ex D.Lgs. 231/2001, possiamo menzionare il rating di legalità: al fine di ottenere un incremento del punteggio rispetto al livello base, infatti, le imprese hanno a disposizione diversi strumenti che vanno al di là della mera compliance normativa e che mostrano una stretta connessione con i fattori ESG, tra cui l'adozione del Modello 231, iniziative in materia anticorruzione o di corporate social responsibility, etc.