lunedì 27/05/2024 • 06:00
Il patto di non concorrenza è uno strumento di tutela per il datore di lavoro al fine di evitare futuri casi di concorrenzialità, che pone precisi limiti all’attività dell’ex dipendente dietro corresponsione di un adeguato e congruo compenso.
Ascolta la news 5:03
L'art. 2125 c.c. definisce il patto di non concorrenza come quell'accordo con il quale si limita lo svolgimento dell'attività del prestatore di lavoro, per il tempo successivo alla cessazione del contratto.
Tale limitazione è valida sia nel caso di lavoro in proprio che alle dipendenze di altri datori di lavoro.
Il patto, che può essere stipulato, al momento dell'assunzione, durante o al termine del rapporto, costituisce un accordo a sé stante da tenere distinto dal rapporto contrattuale corrente ed autonomo rispetto all'obbligo di fedeltà sancito dall'art. 2105 c.c..
La funzione di tale istituto, applicabile solo ai rapporti di lavoro subordinato, è duplice:
Elementi obbligatori
Il patto di non concorrenza, oltre a dover essere stipulato obbligatoriamente in forma scritta, deve contenere, a pena di nullità, i seguenti elementi:
© Copyright - Tutti i diritti riservati - Giuffrè Francis Lefebvre S.p.A.
Vedi anche
La Federal Trade Commission americana ha di recente messo al bando i patti di non concorrenza, ritenendoli ostativi al miglioramento delle..
Rimani aggiornato sulle ultime notizie di fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti, professioni e innovazione
Per continuare a vederlo e consultare altri contenuti esclusivi abbonati a QuotidianoPiù,
la soluzione digitale dove trovare ogni giorno notizie, video e podcast su fisco, lavoro, contabilità, impresa, finanziamenti e mondo digitale.
Abbonati o
contatta il tuo
agente di fiducia.
Se invece sei già abbonato, effettua il login.