lunedì 17/03/2025 • 06:00
Il contratto a tempo parziale, nato per favorire la conciliazione vita-lavoro , presenta delle rigidità strutturali che lo rendono di fatto uno strumento contrattuale poco flessibile e sempre relegato alla funzione di occupazione di genere appannaggio delle sole lavoratrici.
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Per poter inquadrare al meglio alcune delle principali caratteristiche della disciplina del lavoro a tempo parziale nell'ambito dell'ordinamento italiano (artt. 4-12 D.Lgs. 81/2015) è necessario svolgere alcune considerazioni preliminari. L'Italia, come altri Paesi europei, si trova infatti nella non facile condizione di aver relegato il lavoro a tempo parziale ad una funzione di “occupazione di genere”, appannaggio quasi esclusivo della popolazione femminile. Uno strumento contrattuale di flessibilità, più che vero e proprio strumento di conciliazione, perché spesso forzato nella forma del part-time involontario (dati Eurofund) per ragioni di scelta occupazionale e per ragioni di cura. Che le necessità di cura restino secondo i dati sempre in capo alle donne è un elemento di criticità che peraltro non viene considerato mai abbastanza nelle dinamiche di uso del contratto a tempo parziale. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro calcola, ad esempio, che in media le donne di tutto il mondo svolgono ogni giorno 4 ore e 25 minuti di lavoro di cura non retribuito in più rispetto a 1 ora e 23 minuti per gli uomini (ILO 2019, 2020).
Non solo, il contratto a tempo parziale presenta anc...
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