venerdì 17/01/2025 • 16:36
Con Risp. 17 gennaio 2025 n. 7, l'Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in tema di emolumenti pensionistici indebiti, relativamente al credito d'imposta per le ritenute operate (art. 150 c. 2 DL 34/2020). Come beneficiare del bonus?
redazione Memento
L'Agenzia delle Entrate risponde ad un quesito riguardante pagamenti indebiti di pensione e crediti fiscali correlati, facendo riferimento specifico all'art. 150 c. 2 DL 34/2020. La richiesta è stata fatta da Alfa, che ha segnalato di aver erroneamente pagato benefici pensionistici a Beta, deceduto il 18 settembre 2016, durante il periodo da settembre 2016 ad aprile 2018.
Per recuperare gli importi pagati erroneamente, Alfa ha avviato azioni legali contro Gamma, l'erede di Beta. Il 14 luglio 2024, il tribunale ha stabilito che Gamma deve restituire un importo specifico a Alfa, insieme agli interessi legali, e ha ordinato a Delta di restituire un altro importo specifico ancora detenuto sul conto bancario di Beta.
In seguito alla decisione del tribunale, Alfa ha chiesto chiarimenti sugli obblighi fiscali necessari per poter beneficiare di un credito d'imposta del 30% sugli importi ricevuti, come previsto nell'articolo menzionato. In particolare, Alfa ha chiesto se fosse possibile attribuire direttamente l'importo a BETA, emettere una Certificazione Unica e successivamente recuperare il 30% come indicato nel modello 770/2025.
Come beneficiare del credito d'imposta
Nel caso oggetto di interpello, in assenza di una pronuncia definitiva che cristallizzi la legittimità della pretesa dell'Amministrazione istante in linea con quanto chiarito dalla circolare n. 8/E del 2021 il diritto del sostituto a fruire del credito d'imposta in parola sorge con riferimento al periodo d'imposta in cui avviene la restituzione delle somme indebitamente corrisposte.
A tal fine, appare irrilevante che la restituzione delle somme sia eseguita da un soggetto che ne abbia comunque la disponibilità diverso dal beneficiario degli emolumenti pensionistici o dal suo erede alla cui posizione tali somme restano imputabili. Sicché nelle more della definitività della pretesa accertata con pronuncia allo stato ancora appellabile l'istante ha diritto di fruire del credito d'imposta in oggetto, anche con riferimento all'importo di 10.000 euro giacente nel c/c di Beta, limitatamente alle somme effettivamente restituite dall'istituto di credito.
Con la risposta del 17 gennaio 2025 n. 7, l'Agenzia delle Entrate ha precisato che al fine di godere del beneficio in parola, l'istante dovrà:
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