martedì 31/12/2024 • 06:00
I vantaggi dell'adozione del TCF non si esauriscono nei benefici propri del regime premiale, ma possono individuarsi anche nei risvolti pratici positivi in capo all'organizzazione connessi alla presenza di un sistema di rilevazione e controllo del rischio fiscale inserito nel sistema di governance aziendale.
Una delle principali novità della Riforma fiscale consiste nell'introduzione di un regime opzionale di adozione del Tax Control Framework (TCF), riservato alle imprese che non soddisfano i requisiti per l'adesione alla Cooperative Compliance tra cui, ad esempio, quello relativo al volume d'affari o di ricavi che, per il biennio 2024 e 2025, non può essere inferiore a 750 milioni di euro, per poi calare negli anni successivi, sino a 100 milioni di euro a decorrere dal 2028.
Ecco che, quindi, viene consentito anche le imprese di minori dimensioni di beneficiare, in potenza, di strumenti funzionali all'instaurazione di un rapporto trasparente e collaborativo nei confronti dell'amministrazione finanziaria, promuovendo la compliance agli obblighi fiscali in un contesto di maggiore certezza sulle questioni tributarie rilevanti.
Il regime premiale prevede:
I benefici in ambito sanzionatorio sono molto rilevanti, ma richiedono tempestività e massima trasparenza con l'Agenzia delle Entrate perlomeno con riguardo ai rischi con rifermento ai quali si intende usufruire dell'esimente.
Passando alla seconda tipologia di vantaggi, è indubbio che l'introduzione di un TCF contribuisca innanzitutto a rafforzare l'efficacia del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, noto anche come Modello 231, con riguardo alla prevenzione dei rischi di commissione dei reati tributari da parte sia delle figure apicali sia del personale sottoposto.
L'integrazione con il Modello 231 non risponde solo alla previsione normativa secondo cui il TCF vada collocato all'interno del sistema di controllo interno, ma consente anche di diffondere in maniera più efficace una cultura aziendale interna protesa all'importanza della compliance in generale, con benefici evidentemente governance aziendale, sulla reputazione dell'organizzazione e sulla riduzione del rischio di sanzioni, garantendo una maggiore fiducia da parte di investitori, clienti e autorità di controllo.
Inoltre, si registra, solitamente, un miglioramento dell'efficienza operativa del dipartimento fiscale (ma più in generale delle varie funzioni coinvolte in attività maggiormente tax sensitive), costituendo il TCF un'occasione per la standardizzazione o proceduralizzazione dei processi fiscali che, magari, fino a quel momento peccavano di formalizzazione o scontavano un basso livello di consapevolezza dei rischi annidati nelle varie attività.
Sempre in ambito reputazionale, un aspetto interessante è l'integrazione con le strategie ESG che stanno via via interessando un numero crescente di imprese, impegnate per legge o volontariamente a redigere il bilancio di sostenibilità. La trasparenza fiscale è di fatto un elemento che si intreccia alle variabili ESG (ambientali, sociali e di governance), rappresentando la cartina torna sola della contribuzione responsabile dell'impresa al benessere collettivo.
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