lunedì 04/11/2024 • 06:00
A quali condizioni le terre e rocce da scavo, costituite esclusivamente da materiale naturale senza sostanze inquinanti, posso essere trattate come sottoprodotto e non come rifiuto ed essere riutilizzate direttamente all’interno del cantiere o in altri progetti?
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Sono il legale rappresentante di una società che si occupa di movimentazione terra: di recente, in un cantiere per la costruzione di un edificio, abbiamo accumulato una notevole quantità di terre e rocce da scavo, costituite esclusivamente da materiale naturale, senza sostanze inquinanti (abbiamo fatto fare delle analisi).
In considerazione del volume e della potenziale utilità di questo materiale, vorrei sapere se posso trattarlo tutto come sottoprodotto e riutilizzarlo direttamente all'interno del cantiere o in altri progetti.
Quali sono i requisiti che devo rispettare per evitare che queste terre e rocce siano considerate rifiuti?
È sufficiente la loro natura non inquinata o devo rispettare altre condizioni?
Per rispondere alla domanda, è essenziale partire dai criteri stabiliti dalla normativa italiana e chiariti dalla giurisprudenza, che specificano come la natura non inquinata delle terre e rocce da scavo rappresenti solo una delle condizioni necessarie per qualificarle come sottoprodotti.
Dal punto di vista normativo, è escluso dall'ambito di applicazione della normativa sui rifiuti soltanto “il terreno (in situ), inclusi il suolo contaminato non scavato e gli edifici colle...
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