martedì 07/05/2024 • 15:26
L’Associazione ProfessionItaliane ha individuato in un documento i temi principali, di interesse delle professioni, legati all’Intelligenza Artificiale, soffermandosi sulle problematiche da approfondire. Tra queste, la trasparenza, la formazione, i dati e le responsabilità.
redazione Memento
Contribuire all’utilizzo positivo, efficace, utile ed etico dell’Intelligenza Artificiale. È questo l’obiettivo del documento di base “L’Intelligenza Artificiale e le professioni ordinistiche” pubblicato dall’Associazione ProfessionItaliane, fondata dal Comitato Unitario Professioni e dalla Rete delle Professioni Tecniche.
Il lavoro risponde alla richiesta avanzata dalla Presidenza del Consiglio di elaborare idee, proposte e valutazioni sul tema dello sviluppo dell'Intelligenza Artificiale e delle sue possibili applicazioni, da portare anche in discussione in importanti appuntamenti intergovernativi.
Il documento si sofferma in particolare sulle parole chiave delle problematiche da approfondire: trasparenza e conoscenza dei processi, validazione dei prodotti, diritti di autore, tutela degli utenti e dei professionisti, certificazione dei dati, educazione all'uso dei nuovi strumenti e formazione dei professionisti sulle nuove competenze digitali, integrazione del codice deontologico.
“Oggi – si legge nel documento di ProfessionItaliane - l'Intelligenza Artificiale deve essere considerata una realtà pervasiva destinata a rivoluzionare molte attività lavorative, abitudini e relazioni sociali, meritevole pertanto di grande attenzione. Nonostante alcuni aspetti al momento irrisolti, l'IA offrirà probabilmente notevoli vantaggi nel campo tecnico e sociale, come è già accaduto per altre innumerevoli “invenzioni” che hanno costellato la storia umana.
In Europa, entrerà gradualmente in vigore un sistema regolativo che definisce 4 livelli di rischio per l’IA e per ciascuno di essi prevede specifiche attenzioni o limitazioni d'uso. La materia è sfuggente a causa delle molteplici applicazioni, della rapida evoluzione e della complessità dei percorsi “decisionali” ai quali sono addestrati gli strumenti AI, la cui piena prevedibilità è difficile se non impossibile a causa dalla loro matrice "neuronale".
Come evidenziato dall’Associazione, ad oggi, nonostante la diffusione delle applicazioni di AI, solo pochi grandi gruppi economico-industriali detengono una posizione dominante in queste applicazioni. Da qui, la proposta di ProfessionItaliane: definire linee guida a livello di Stati o
del mercato dell'Unione Europea.
Fonte: Documento ProfessionItaliane su intelligenza artificiale
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