Valentina Perissinotto, Global Sustainability, Communication and Networking Manager di Barilla Group, in questa video intervista rilasciata a Paolo Taticchi, Professore Ordinario di Strategia e Sostenibilità Aziendale racconta come è avvenuta la trasformazione sostenibile del gruppo, analizzando quali sono i progetti più complessi che sono stati attivati, i motivi che hanno spinto Barilla ad iniziare il percorso sui temi di sostenibilità e i risultati ottenuti che hanno permesso al gruppo di essere ancora più competitivo.
Come è nato il percorso di Barilla su temi di sostenibilità e quali sono i progetti più complessi che avete attivato?
Il percorso di Barilla e l’approccio alla sostenibilità è nato in modo molto semplice. Siamo convinti che possiamo svolgere la nostra attività quotidiana rispettando sia le persone sia il pianeta che ci ospita.
15 anni fa abbiamo formalizzato il nostro impegno definendo un percorso “Buono per te, buono per il pianeta”, dandoci degli obiettivi per gli anni avvenire.
L’anno scorso abbiamo deciso di modificare questo percorso, definendo una nuova purpose per l’azienda “La gioia del cibo per una vita migliore”. Questo significa che, come produttori di cibo, vogliamo offrire prodotti buoni che siano fatti con materie prime di qualità provenienti da filiere sostenibili.
Ogni brand del gruppo contribuisce alla purpose realizzando diversi tipi di progettualità, che riguardano principalmente la coltivazione delle materie prime, in particolare grano duro, grano tenero, pomodoro, basilico e cacao.
Perché Barilla ha deciso di attivare questa progettualità? Quali sono stati gli elementi chiave del business case aziendale?
Tutto parte da quella che sentiamo essere la nostra responsabilità sociale: vogliamo realizzare prodotti buoni che siano fatti con materie prime di qualità provenienti da filiere sostenibili. Per questo abbiamo lavorato negli anni per sviluppare diversi progetti e migliorare sempre più la qualità dei nostri prodotti.
Nel concreto, sono stati sviluppati diversi progetti per combinare il gusto con il profilo nutrizionale, attraverso circa 500 riformulazioni di prodotto dal 2010 ad oggi per migliorarne il profilo nutrizionale.
Dietro ad ogni prodotto c’è una storia fatta di ingredienti: negli anni abbiamo lavorato per minimizzare l’impatto ambientale delle nostre filiere, sviluppando progetti con gli agricoltori stessi e con gli altri attori della filiera.
I nostri prodotti vengono trasformati negli stabilimenti, abbiamo fatto del nostro meglio per limitarne l’impatto ambientale, andando a ridurne l’emissione di CO2, riducendo i consumi idrici, e aumentando la percentuale di energia da fonti rinnovabili.
Oggi ti trovi davanti ad un mercato che, secondo te, premia questo tipo di impegno e progettualità?
Assolutamente sì, ci troviamo in un momento storico dove riceviamo diversi input, diversi segnali interesse verso modelli di business e prodotti più sostenibili.
Lo vediamo a livello europeo, con i recenti indirizzi come il Green Deal, lo vediamo nel settore food and beverage, e anche da parte dei consumatori, dove le nuove generazioni sono sempre più interessate a capire la storia dei prodotti.
L'intervista è suddivisa in due parti, clicca qui per visualizzare la seconda parte.