lunedì 11/09/2023 • 06:00
In Spagna prevalgono i contratti a tempo indeterminato rispetto a quelli a termine, ma per il datore di lavoro sciogliere un rapporto di lavoro è estremamente semplice.
redazione Memento
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha dedicato il suo ultimo approfondimento alla situazione dei licenziamenti in Spagna. L'Italia – si legge nel documento - non ha nulla da invidiare alla Spagna per quanto riguarda i diritti dei lavoratori. Sebbene, infatti, il contratto di lavoro a tempo indeterminato sia diventato il contratto “standard”, la facilità con cui si può far cessare il rapporto subordinato a tempo indeterminato dimostra come il modello spagnolo non possa essere un esempio virtuoso di stabilità.
A partire dal 2010, il diritto del lavoro spagnolo è stato oggetto di significative riforme che hanno inciso sostanzialmente su tutti gli aspetti di questa disciplina giuridica: l'articolazione della relazione individuale del lavoro; la contrattazione collettiva e il ruolo del sindacato; il sistema di protezione sociale; il regime di tutela giudiziale dei diritti del lavoro. Il cosiddetto “triennio riformista” ovvero un autentico fenomeno di “riforma globale” del sistema spagnolo delle relazioni di lavoro.
Una riforma del lavoro che arriva al capolinea con il Regio Decreto-Legge del 2021 ovvero il RDL n. 32/2021 (Real Decreto-ley 32/2021) che aveva lo scopo di abrogare il pregresso. Gli obiettivi principali erano essenzialmente quattro:
1) riconfigurare la gerarchia dei processi di contrattazione;
2) definire regole più stringenti sui lavoratori impiegati mediante processi di esternalizzazione;
3) ridurre drasticamente la quantità di lavoro temporaneo;
4) normalizzare lo strumento delle integrazioni salariali (Erte).
Dei quattro obiettivi, il principale, in coerenza con quanto sollecitato dall'Unione europea, era quello di far fronte alla temporalità , uno dei principali mali che colpisce il mercato del lavoro spagnolo (il 26,02% secondo Encuesta de Población Activa). La riforma recupera la formula – che era stata modificata nel 1994 – d ella presunzione del contratto di lavoro quale contratto a tempoindeterminato. La disciplina del 2021, sotto questo profilo, segna una netta inversione di marcia rispetto ad una lunga tradizione – durata oltre trent'anni – che promuoveva, invece, il contratto a termine e che ha fatto della precarietà nel lavoro il segno distintivo del mercato del lavoro spagnolo.
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