lunedì 24/04/2023 • 06:00
In relazione ad un’attività di prestazione di servizi svolta da una società in house, si tratta di valutare gli elementi attraverso i quali poter decifrare la natura dell’attività posta in essere da tale soggetto giuridico, se economica o meno, al fine di ricondurla ad IVA.
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Con sentenza n. 9199/2023 la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso proposto dalla contribuente ed accolto le doglianze dell'Agenzia delle entrate qualificando la società in house, affidataria dei servizi resi in favore della ASL, quale soggetto passivo IVA in quanto centro di imputazione di rapporti e posizioni giuridiche soggettive diverso dall'ente partecipante e non già come semplice articolazione, così che l'attività della società va imputata alla prima e non già all'ASL.
I fatti di causa
Il caso sottoposto riguarda una società di capitali, partecipata al 100% dalla ASL, la quale nel 2016 presentava quattro istanze con le quali chiedeva all'Agenzia delle Entrate la restituzione di somme versate a titolo di IVA in relazione ad alcune prestazioni da essa rese.
Avverso il silenzio-rifiuto formatosi sulle suddette istanze la società proponeva separati ricorsi accolti in primo grado.
Da ultimo la società in house interponeva ricorso in Cassazione eccependo, per quanto qui di interesse, l'assenza di soggettività passiva ai fini IVA e lo svolgimento di un'attività economica in maniera indipendente rispetto alla ASL, la quale esercitava sulla prima un totale controllo.
L'interven...
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