giovedì 03/11/2022 • 12:24
Commercialisti e Gruppo di studio per il Bilancio Sociale si impegnano a promuovere studi e ricerche di comune interesse nonché progetti di collaborazione volti al miglioramento professionale e relativi alla rendicontazione, al controllo e alla consulenza in materia di sostenibilità socio ambientale.
redazione Memento
Tra le priorità strategiche inserite nel programma di mandato del Consiglio nazionale, ci sono quelle in materia di sostenibilità socio-ambientale relative alla rendicontazione, al controllo e alla consulenza per le aziende e il relativo impatto sull’attività professionale del commercialista.
Pertanto, il CNDCEC, presieduto da Elbano de Nuccio, ha siglato nei giorni scorsi un protocollo di intesa con il Gruppo di studio per il Bilancio Sociale (GBS), presieduto da Andrea Venturelli, per promuovere in sinergia diverse attività in considerazione della rilevanza della reportistica sul bilancio di sostenibilità. Tra gli obiettivi del protocollo, lo studio di modelli di bilancio sociale appropriati per aziende operanti in settori specifici anche nell’ambito pubblico e della cooperazione, l’elaborazione di codici di condotta, iniziative formative e pubblicazione di ricerche a supporto degli iscritti.
In seguito al recente convegno di Bologna sul valore della sostenibilità, dopo quattro anni di assenza, il CNDCEC rientra nella compagine associativa di GBS, siglando un protocollo d’intesa che rappresenta un ulteriore passo verso la sostenibilità socio-ambientale. “Il Consiglio nazionale – afferma il presidente de Nuccio – tra i primi atti della consiliatura che mi onoro di presiedere ha istituito un apposito Osservatorio sulla Sostenibilità il cui coordinatore scientifico sarà il professor Alessandro Lai, ordinario di Economia aziendale all’Università di Verona.
Si tratta di un luogo di confronto che, grazie al coinvolgimento e al contributo di autorevolissimi e prestigiosi esponenti di varia estrazione (si va dai rappresentanti degli Standard Setter, ai rappresentanti Accademici e delle professioni), si propone di promuovere buone pratiche e soluzioni normative e interpretative. Come commercialisti, quindi, intendiamo confermarci quale solido punto di riferimento, attraverso la collaborazione e il dialogo con tutte le Istituzioni, in chiave di semplificazione e chiarificazione, a supporto dei colleghi e delle imprese”.
Ad essere particolarmente sensibili alle tematiche inerenti alla sostenibilità sono soprattutto i giovani commercialisti sotto i 40 anni, che esercitano la professione in studi strutturati (con almeno 6 addetti), le cui imprese clienti appartengono prevalentemente al comparto industriale e già attive sul tema della sostenibilità. Questo emerge dall’indagine del programma Play Sustainability nato dalla collaborazione tra Nomisma e la Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti. I “commercialisti sentinella” ritengono che nei prossimi 3/5 anni ambiente, governance e lavoratori siano gli aspetti su cui le imprese dovranno investire maggiormente in materia di sostenibilità e che le tematiche di maggiore interesse richieste dalle imprese agli studi di commercialisti saranno principalmente legate alla consulenza strategica, organizzativa e al controllo.
Secondo i professionisti intervistati le imprese sono ancora lontane dalla consapevolezza dell’importanza e della strategicità dei temi legati alla sostenibilità: soltanto il 9% appare motivato ad adottare azioni e strumenti per implementarla in azienda.
Per le imprese, l’ambito prioritario di intervento sui temi di sostenibilità è quello sociale: il 49% ritiene infatti strategico intraprendere azioni volte ad accrescere il benessere dei dipendenti e a migliorare la sicurezza in ambiente lavorativo. Rivestono una importanza secondaria sostenibilità di governance (etica, privacy, parità di genere, ecc.) e ambientale, sulla rilevanza delle quale converge, rispettivamente, il 39% e il 34% degli intervistati.
“Da questa indagine – afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio – emerge un ritardo, sia tra le imprese che tra i professionisti, nella piena comprensione dei vantaggi che possono derivare dai temi legati alla sostenibilità. Si pone per entrambi la necessità di familiarizzare con adempimenti di cui al momento non sempre si riesce a percepire la portata, la sostanziale ineludibilità e il valore aggiunto. Sarà fondamentale per le aziende intuire l’importanza della consulenza strategica che i commercialisti potranno offrire. Dal canto nostro, dovremo essere preparati su attività che stanno evolvendo anche in funzione della nuova normativa europea: reporting, assurance, finanza, per le grandi aziende e per le PMI, ma anche per gli enti del terzo settore e le pubbliche amministrazioni. Con le imprese siamo chiamati ad un cambio di paradigma culturale. Dobbiamo crescere insieme”.
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